Fondamenti di intelligenza artificiale

Per intelligenza artificiale si intende la progettazione e programmazione di sistemi software perché il loro comportamento si avvicini il più possibile a quello umano.

Parlando di intelligenza artificiale qualcuno potrebbe immaginare robot e sfondi futuristici, trame da film fantascientifici e molte altre strane teorie.

In realtà qualcosa di vero c’è, considerato che il cinema di fantascienza ha preso spunto da studi e idee che vengono teorizzate ogni giorno da studiosi ed esperti.

Siamo tutti concordi nel ritenere che una macchina non potrà mai essere come un uomo, provare emozioni e sensazioni, essere cosciente del suo essere e dare vita a opere d’arte e pensieri. Tuttavia il mondo delle neuroscienze, a braccetto con i settori più avanzati degli studi di tecnologia, ha sfatato questa convinzione, creando macchine in grado non solo di fare calcoli impressionanti, ma anche di riprodurre comportamenti umani.

Intelligenza artificiale: alcuni cenni storici

Quando nel 1959 fu inventato il primo computer allora nacque convenzionalmente l’intelligenza artificiale. In questa occasione, infatti, si utilizzò per la prima volta il termine intelligenza artificiale, supportato poi da dimostrazioni pratiche di come i computer potevano essere in grado di effettuare ragionamenti logici disponendo di una buona quantità di dati.

Successivamente, il gruppo IBM ha continuato il sogno di creare software che potessero comportarsi come gli esseri umani e da allora è stato tutto in discesa, con la scoperta di programmi e sistemi sempre più complessi e sofisticati, in grado di riprodurre una forma d’intelligenza artificiale.

Erano gli anni Sessanta e la tendenza era quella di tarare le macchine perché fossero di aiuto all’uomo e alle sue esigenze: la sfida maggiore era, e rimane però, quella di creare un software in grado di prendere decisioni, di scegliere e di essere autonomo nel farlo.

Con l’aiuto di studenti e ricercatori, questa idea rivoluzionaria ha fatto passi da gigante, nonostante le logiche riserve e i dubbi espressi da persone comuni e addetti ai lavori.

Reti neurali e intelligenza artificiale

Nel campo della biologia e della chimica, uno straordinario impulso all’affermazione dell’intelligenza artificiale fu dato dalla scoperta delle reti neurali. Si tratta di un sistema sperimentale, misto di elementi di psicologia, tecnologia e leggi della fisica, che intendeva dimostrare il ragionamento logico di una macchina sottoposta a corrispondenze neurali.

Celebre vittoria fu, nel 1996, il comportamento intelligente di Deep Blue, un calcolatore che era stato programmato secondo il modello delle reti neurali, a giocare a scacchi, effettuando strategie di ragionamento logico.

Questa macchina, sviluppata dai ricercatori dell’IBM, giocò una partita con Garry Kasparov, noto campione di scacchi, che all’inizio vinceva contro il software ma che poi fu clamorosamente stracciato dalla macchina.

Fantascienza? Diavoleria? No, semplicemente intelligenza artificiale.

Deep Blue migliorava costantemente il suo software, arricchendolo di capacità di comprensione logica, di memoria e di gioco strategico: dopo alcuni incontri la macchina aveva superato il campione, che sin ritrovava così sconfitto da un computer.

Applicazioni moderne dell’intelligenza artificiale

Quello di Deep Blue fu un esempio felice di come l’intelligenza artificiale possa rappresentare una svolta epocale nell’ambito delle vite umane, che di essa possono giovarsi in innumerevoli campi.

Sebbene la tecnologia intelligente non sia affatto esente da rischi, pericoli ed errori, oggi è largamente utilizzata in molti settori e ancora oggetto di studi, teorie, confronti.

Tra i campi di applicazione dell’intelligenza artificiale si annoverano il settore militare e automobilistico (si pensi ai veicoli senza pilota, alle armi guidate e intelligenti) fino alla medicina, alla robotica industriale, ai robot ideati per accompagnare l’essere umano in particolari situazioni.

Certamente si tratta di studi che devono essere affinati, di progetti che necessitano ancora di intenso lavoro e impegno: tuttavia il futuro dell’intelligenza artificiale promette bene, costellato com’è di obiettivi che sembrano sempre più vicini e raggiungibili.

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