Intelligenza artificiale e arte

Creatività artistica e intelligenza artificiale

Nel 2018, presso la maison Christie’s è accaduto un evento senza precedenti, che ha fatto discutere all’unisono il mondo dell’arte e della scienza: un algoritmo è stato autore di un dipinto, un quadro che ritrae una figura umana nell’atto di pensare.

Subito immessa sul mercato a cifre più che astronomiche, questa opera d’arte detiene il primato di essere la prima vera e propria creazione di tipo artistico fatta interamente dall’intelligenza artificiale, senza alcun aiuto umano.

È possibile che una macchina possa fare arte? È davvero possibile che un computer o un algoritmo possano provare sentimenti creativi, ispirazione ed essere paragonati ad artisti umani?

Il dibattito è interessante e si arricchisce di nuove speculazioni mano mano che la scienza progredisce alla scoperta della infinite potenzialità dell’intelligenza artificiale.

Arte e intelligenza artificiale, alcune questioni

Le prospettive aperte dalla scienza sulle ipotesi che l’intelligenza artificiale possa creare arte sono molteplici e non tutte facilmente catalogabili. UN interessante libro di Alice Barale, professoressa di Estetica nell’Università di Milano, tenta di dare delle risposte a quesiti di ordine filosofico, storico e sociologico. Che cos’è l’arte e come avviene il processo creativo? È davvero possibile che una macchina o un algoritmo sviluppi un sistema di intelligenza tale da dare vita a opere d’arte uniche e originali?

Certamente, l’argomento appare controverso, specie dopo la vendita del famoso quadro creato da una macchina che si è citato in precedenza. E d’altronde, gli interessi attorno a questo tema sono tanti: c’è chi intravede una potenziale fonte di guadagno, chi una farsa e chi, con posizioni tradizionaliste e velate di intransigente umanesimo, ritiene che l’intelligenza artificiale rischia di sporcare la figura dell’artista puro.

In breve, c’è chi non crede che una semplice macchina, per quanto intelligente a livelli avanzatissimi e in grado di eseguire calcoli impressionanti, non possa essere in grado di dare vita all’arte.

A differenza dell’uomo, le macchine non posseggono pensieri e quindi creatività, nè possono basare le loro creazioni sulla coscienza coerente, prerogativa invece tutta umana.

Ma le prospettive aperte dalle neuroscienze e dalle reti neurali in via di sperimentazione sembrano smentire questo assunto.

GAN e arte artificiale

Le Generative Adversarial Networks, ovvero le reti neurali sono elementi di prova che confermano l’ipotesi che l’intelligenza artificiale possa essere in grado di creare arte.

Si tratta di un singolare esperimento condotto da un giovane inventore americano, Ian Goodfellow, il quale ha ideato il sistema delle GAN per elaborare un dialogo di dati tra un generator e un discriminator.

Il primo elemento emette un’enorme quantità di dati casuali e il secondo li rielabora a suo piacimento: è proprio così che attraverso le GAN è stato possibile creare dal nulla dipinti, fotografie e immagini realistiche e assolutamente originali.

Lo stesso dipinto di cui abbiamo parlato prima, quello venduto all’asta come prima opera originale interamente creata da intelligenza artificiale è stato realizzato inserendo nel sistema GAN ben 15.000 immagini e ritratti: la macchina ha poi fatto il resto.

Il risultato è stato, in effetti, una creazione originale, inedita e autentica, del quale non esistono copie in giro, nè fac simili.

Tuttavia, come si deve interpretare l’opera d’arte generata da un sistema sperimentale guidato da un algoritmo dotato di intelligenza meccanica?

Il quadro del ritratto di Edmond de Belamy, è questo il nome che è stato dato alla prima opera creata da un algoritmo, è da considerarsi frutto dell’intelligenza artificiale o della genialità dell’uomo?

Se per arte di vuole intendere chi ha realizzato l’opera, chi l’ha materialmente prodotta e creata allora l’autore del ritratto è senz’altro l’intelligenza artificiale. Qualora si intenda invece l’arte come messaggio, come intenzionalità, come forza ed energia vitale di espressione e comunicazione di un’idea, allora l’autore è ancora, per fortuna, l’essere umano.

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