Intelligenza artificiale (IA) e IoT

Il legame tra intelligenza artificiale e iot? Intelligenza artificiale e iot viaggiano sulla medesima linea d’onda. Quando si parla di iot, in particolare, si fa riferimento all’internet of things, ossia all’estensione della rete internet agli oggetti, utilizzati quotidianamente dagli esseri umani.

Per quale motivo, dunque, l’intelligenza artificiale dovrebbe viaggiare di pari passo con l’internet of things?

Semplice.

Il fine ultimo della IA – o AI, detta in lingua inglese – è quello di automatizzare molti dei meccanismi, dei “comportamenti” che contraddistinguono i nostri dispositivi. E non solo: oltre a tutto ciò, l’intelligenza artificiale è in grado di “apprendere” e mettere in atto, all’interno di un processo interattivo quanto mai approfondito.

A fronte di simili premesse, è logico pensare alla IA come un elemento fondante dell’internet of things.

Per loro natura, i dispositivi appartenenti al mondo iot sono in grado di comunicare con la rete, e con essa operare in sinergia. Questo si traduce in un vantaggio notevole per gli utenti degli apparecchi, i quali possono contare sulla praticità, sulla semplicità di utilizzo e sulle svariate funzioni effettive insite nei dispositivi.

Ed è in questo frangente che entra in gioco l’intelligenza artificiale.

Differenze di base tra dispositivi “intelligenti” e non

Un apparecchio appartenente al contesto iot, e vantante, al tempo stesso, un sistema di artificial intelligence, permette di operare con un’ampia autonomia rispetto a un dispositivo che, al contrario, pur aderendo alle logiche dell’internet of things, non dispone della tecnologia necessaria per essere definito quale device “intelligente”.

Quali sono le differenze tra l’uno e l’altro dispositivo?

Beh, si pensi alle notevoli potenzialità pratiche di un apparecchio dotato di IA, e al contempo appartenente alle dinamiche iot. L’utente che si trova a fare uso del device potrà contare su una più ampia gamma di operazioni automatizzate, dovute alle capacità del dispositivo di… apprendere.

In maniera opposta, un apparecchio – anche un elettrodomestico – che non disponga di un sistema IA opererà quasi esclusivamente tramite input (input diretti, s’intende), operazioni che richiedono quindi l’intervento effettivo dell’utente.

IA e iot: un esempio pratico

Tornando ai vantaggi del legame profondo tra IA e iot, le opportunità pratiche a disposizione degli utenti sono praticamente illimitate.

Per fare qualche esempio, un sistema di elementi iot può coincidere con l’impianto elettrico della propria abitazione. I dispositivi facenti parte del sistema, se aderenti alle logiche dell’internet of things, e dunque risultando connessi alla rete, sarebbero in grado di comunicare direttamente con gli inquilini, informandoli in merito alla qualità dell’illuminazione e, perché no, alle possibilità di regolare la luce a seconda delle necessità.

E l’intelligenza artificiale?

L’IA entrerebbe in gioco in termini di apprendimento. I dispositivi dell’impianto elettrico (un lampada, ad esempio) potrebbero apprendere le abitudini degli utenti, e accendersi in orari determinati. Il tutto avverrebbe in automatico, senza dover inserire un input all’interno del sistema interessato.

Le potenzialità sono pressoché illimitate, specie se si considera l’ampio numero di settori, dalla sanità all’industria automobilistica, in cui intelligenza artificiale e internet of things potrebbero collaborare in maniera sinergica.

Il futuro delle due tecnologie

Non si può certo dire che le potenzialità dello iot stiano emergendo solamente di recente, e nemmeno si può affermare l’internet of things sia così diffuso da apportare benefici ad ampio raggio.

Ad oggi, infatti, entrambe le tecnologie sono ancora in una fase di decollo, e non è chiaro quando iot e IA entreranno nelle nostre case con “prepotenza”. Suona strano, specie se consideriamo quanto le nostre abitudini siano legate all’uso degli apparecchi elettronici.

Il fulcro della questione, però, non è tanto nell’utilizzo dei device principali utilizzati per il divertimento, lo svago e la comunicazione sul piano ludico o professionale; piuttosto, l’innovazione deve raggiungere le abitazioni e investire i nostri oggetti, i nostri apparecchi, andare oltre l’uso comune che facciamo dei dispositivi in nostro possesso. Il tutto, ovviamente, garantendo una più ampia fruibilità, anche per le persone meno pratiche con la tecnologia.

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