Il salto alla Fosbury: La tecnica rivoluzionaria che ha cambiato l’alto salto

L’alto salto è una delle discipline più spettacolari dell’atletica leggera. Chi non ha mai sognato di saltare oltre la misura di un uomo? Fino alla fine degli anni ’60, tuttavia, l’alto salto era una disciplina molto diversa da quella che conosciamo oggi.

Il salto con la tecnica Fosbury è stato introdotto per la prima volta alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968 dal giovane atleta americano Dick Fosbury. Fino ad allora, gli atleti saltavano con la tecnica del “rovesciamento ventrale”, che prevedeva di saltare con la testa rivolta verso il basso, superando l’asticella con le gambe allargate.

La tecnica di Fosbury, invece, prevedeva di saltare con la schiena verso l’asticella, superandola con la testa e le spalle, poi le anche e, infine, le gambe. Inizialmente considerata strana e poco ortodossa, la tecnica si rivelò però altamente efficace, consentendo a Fosbury di vincere l’oro olimpico con un salto di 2,24 metri.

Da allora, la tecnica Fosbury è diventata la tecnica standard per l’alto salto, diffondendosi rapidamente in tutto il mondo e migliorando notevolmente le prestazioni degli atleti. Oggi, il record mondiale maschile è di 2,45 metri, stabilito dal cubano Javier Sotomayor nel 1993, mentre quello femminile è di 2,09 metri, stabilito dalla bulgara Stefka Kostadinova nel 1987.

La tecnica Fosbury ha rivoluzionato l’alto salto, rendendolo uno degli sport più spettacolari e tecnicamente avanzati dell’atletica leggera. Grazie alla sua intuizione e al suo coraggio nel sperimentare una nuova tecnica, Dick Fosbury è diventato una leggenda dello sport e un esempio di come il cambiamento possa portare a grandi risultati.

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