Taranto, la città della Magna Grecia situata sulla costa jonica della Puglia, è stata al centro delle cronache italiane negli ultimi anni a causa dei gravi problemi ambientali e sanitari causati dalla presenza dell’ILVA, l’ex azienda siderurgica oggi controllata dal Gruppo ArcelorMittal

L’area in cui sorge l’impianto siderurgico è stata definita dalla comunità scientifica come la “Terra dei Fuochi del Sud”, a causa dell’inquinamento e delle emissioni tossiche che ne derivano. Questo ha causato gravi conseguenze sulla salute dei cittadini, con un alto tasso di tumori e malattie respiratorie.

Ma finalmente sembra esserci una luce in fondo al tunnel per Taranto. Il Gruppo ArcelorMittal ha recentemente presentato un piano di ristrutturazione dell’ILVA, che prevede un investimento di 2,4 miliardi di euro per la riduzione delle emissioni e l’adozione di tecnologie più sostenibili.

Il piano, che dovrebbe durare fino al 2025, prevede la chiusura dei forni a coke più inquinanti e la sostituzione con nuovi forni elettrici. Inoltre, l’azienda ha promesso di investire in tecnologie per la cattura e lo stoccaggio della CO2 e di ridurre il consumo di acqua.

Ma non tutti sono convinti della bontà di questo piano. L’associazione ambientalista Legambiente ha espresso dubbi sul fatto che le tecnologie proposte siano sufficienti per risolvere il problema dell’inquinamento a Taranto.

In ogni caso, la situazione sembra essere finalmente sotto controllo. Se il piano di ristrutturazione verrà attuato correttamente, Taranto potrebbe finalmente tornare ad essere una città vivibile e sana, senza dover più subire le conseguenze dell’inquinamento causato dall’ILVA.

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